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L’EVENTUALE MAGGIORANZA REPUBBLICANA
FU DI SOLI 244.451 VOTI
Ma, in effetti, secondo la legge che indiceva il referendum istituzionale, la maggioranza con cui avrebbe vinto la repubblica, fu ancora minore.
Infatti, ai fini di stabilire chi fosse vittorioso nel referendum, bisognava determinare la cifra dei votanti. La parte che avesse ottenuto la metà più uno dei voti, quella sarebbe stata vittoriosa.
Sommando i voti attribuiti alla repubblica (12.717.923), i voti attribuiti alla monarchia (10.719.284), i voti bianchi e nulli (1.509,735), si ha un totale di 24.946.942 votanti.
Per vincere, quindi, la monarchia o la repubblica avrebbe dovuto ottenere la metà di questa cifra (12.473.471) più uno, cioè non meno di 12.473.472 voti.
Essendone stati attribuiti alla repubblica 12.717.923, la differenza rispetto al minimo necessario (la metà più uno dei votanti e cioè 12.473.472) è di soli 244.451 voti.
Quindi, se effettivamente tutto si fosse svolto in regola ‑ nella preparazione, nelle votazioni e negli scrutini, ‑ la repubblica avrebbe prevalso sulla monarchia per 244.451 voti.
Pochissimo, in verità, ma anche questa modestissima prevalenza scompare, se si tiene conto, come si deve tener conto, dei 2.266.043 italiani che, come abbiamo visto nel capitolo precedente, furono esclusi dalla possibilità di votare.
Del pari, se fossero stati esaminati dalla Suprema Corte di Cassazione, con la dovuta libertà e ponderazione e non già sotto le faziose pressioni del ministro guardasigilli Togliatti e del ministro dell’interno Romita, i numerosissimi ricorsi presentati contro i numerosissimi imbrogli verificatisi durante le votazioni e gli scrutini, non sarebbe più esistita nemmeno la piccola maggioranza dei 244.451 voti, con la quale è nata la repubblica.