Italiani!
Sarebbe facile per me ricordare le parole accorate e insistenti che in questi lunghi anni di esilio ho rivolto a voi tutti: ai cittadini che con l’esercizio del diritto di voto fanno le loro scelte agli uomini politici che – eliminata la monarchia in modo non chiaro – si sono assunti la responsabilità di governare il nostro Paese.
Pur rendendomi conto della situazione dell’Europa e del mondo – che seguo giorno per giorno insieme con i miei collaboratori – vedo con preoccupazione e ansia governi che cedono e transigono su tutto. Conseguenze inevitabili il crollo del prestigio e dell’autorità dello Stato, la libertà, la vita e gli averi dei cittadini alla mercé di terroristi, la perdita del benessere già raggiunto, l’inflazione che porta la svalutazione, la disoccupazione e tante disumane ingiustizie.
Non è questo il premio del vostro lavoro e non è questo che volete lasciare alle nuove generazioni.
In quanto alla contestazione dei giovani, occorre distinguere tra civili competizioni per legittime aspirazioni e crudeli delitti con la perdita perfino di vite umane e di ricchezze della Nazione.
Basta con i crimini.
A volere un avvenire migliore per l’Italia – come per l’Europa – e il mondo – siamo la stragrande maggioranza. Si abbandonino estremismi e rivolte e, tutti uniti, giovani e adulti, con l’aiuto di Dio, affrontiamo l’anno nuovo col proposito di superare le attuali difficoltà, onde raggiungere nel 1978 un miglioramento che sia salda e sicura base per riprendere la via maestra del benessere e della felicità della Patria.
Questo fu, in altri momenti altrettanto difficili, il sogno che unì gli artefici e i martiri del nostro Risorgimento; questo fu l’ideale che unì tanti nostri fratelli immolatisi per la Patria.
Questo sia, nelle difficoltà di oggi, la meta e il fermo proposito della nostra vita.
Viva l’Italia!
Cascais, 31 dicembre 1977 Umberto