Italiani!
Avrei desiderato di poter sottolineare in questo mio messaggio di fine d’anno gli aspetti positivi della vita politica italiana, prendere atto di una rafforzata libertà, unità e concordia, salutare l’avanzata della nostra patria nelle civili competizioni internazionali.
La realtà, purtroppo malgrado gli sforzi di tanti, è ben diversa e verrei meno alle mie responsabilità di italiano e di Re se non la denunciassi. Più di una volta, nel rivolgermi a voi dall’esilio ove sono costretto, ho sentito il dovere d’invitarvi a pretendere da coloro che si sono assunti la responsabilità di governarvi, che cessi la tolleranza verso violenze e soprusi. I danni per la produzione ed il lavoro sono talmente aumentati che si è giunti a porre in dubbiosa stabilità della moneta. E ognuno sa che i più danneggiati sono sempre i ceti più umili e meno tutelati, quali la piccola borghesia, gli artigiani e gli innumerevoli modesti pensionati.
E’ con amarezza che vi ripeto cose evidenti, ma ho il dovere di farlo, soprattutto per i giovani. Vigilate, come deve ogni cittadino d’una libera e grande Nazione, esigete con la parola, gli scritti ed il voto la tutela dei vostri fondamentali diritti: l’avvenire della Patria e di ciascuno di voi tornerà sereno, prospero e felice quale ho sempre auspicato ed auspico per voi.
Viva l’Italia!
Cascais, 31 dicembre 1972 Umberto