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Interviste 46-64

Intervista a Giovanni Mosca 1950

By Luglio 14, 2020Novembre 12th, 2021No Comments
Il Re in un Angolo

Il Re in un Angolo

Da “Il Re in un angolo” di Giovanni Mosca, Rizzoli Editore, 1950

“C’è  una bellissima parola portoghese la quale esprime alla perfezione ciò che io sento. Una parola intraducibile “saudade” . Saudade significa gioia di ricordare una per una le cose lontane…..

“L’amo tanto la mia patria che mi dà gioia anche di lontano….

” La storia della mia Casa è una storia – insieme alle glorie e ai trionfi – di dolori e di sventure. Su questa medesima terra, di fronte allo stesso Oceano che si scorge di qui , or è precisamente un secolo, morì Carlo Alberto. Qui morì infelice, parecchi secoli or sono la Contessa Matilde di Savoia, prima Regina di Portogallo. Non è la prima volta ch’io sono in esilio. Non per la prima volta io morirei di fronte a questo mare.

Come si nasce falegnami o architetti per tradizione di famiglia, così si nasce Re, e come si impara dai primissimi anni a piallare il legno o a disegnare un arco, così si impara, ed è il mio caso, a riguardare le sventure come semplici incidenti del mestiere, a rassegnarsi alla volontà di Dio, a giudicare serenamente gli uomini, sia gli avversari che gli amici, a non serbare rancore verso di quellli e a non illudersi sul conto di questi, e a non stupirsi quando t’abbandonano e ti tradiscono, essendo cosa, questa, assai naturale che i re, nella disgrazia rimangano soli….

“Io non sono il Re dei monarchici. Io sono il Re degli Italiani. Del resto, più ancora dell’opera – della quale pur sono loro grato – che vanno svolgendo coloro che mi sono rimasti fedeli, saranno gli avvenimenti – ben suèperiori agli uomini – i quali affretteranno il nuovo proporsi della questione istituzionale in Italia o decreteranno il mio esilio perpetuo….

“Il Re s’è affidato a Dio. L’uomo può desiderare che Iddio non voglia lasciarlo morire in esilio.

“Il criterio del tanto peggio tanto meglio non è da buoni italiani, perciò non può venir seguito dai monarchici.

Non v’è italiano, si può dire che passando per Lisbona non venga a farmi visita. Anche operai, anche contadini, ed è difficile ch’io non conosca il loro paese, ch’io on sappia minuziosamente descriverlo… Molti non vengono solo per curiosità o per affetto, ma per chiedere consiglio, aiuto, assistenza.. Quel che posso faccio, quel che non posso riesco a fare ugualmente, valendomi delle buone amicizie che ho qui in Portogallo. Una volta, dopo avermi pregato di trovargli lavoro un operaio mi confessò :” Io però ho votato per la repubblica”, e non poteva capacitarsi che io  non gliene volessi affatto e che mi impegnassi ugualmente di fargli avere un posto.

“Le speranze dei Re in esilio… Piccole speranze . Io qui sulle rive dell’oceano, ho quella dei libri, che tornino come uccellini al nido.

“Dare a chi chiede è per me un bisogno prima ancora che un dovere.

“Gli avvenimenti ci hanno separati, ci hanno dispersi; non però negli affetti, nei quali la famiglia dei Savoia rimane e rimarrà sempre teneramente unita.

“Li ha mai visti, in certe cartoline colorate, quei nostri ritratti, con mio padre, mia madre e tutti noi figli stretti in gruppo l’uno all’altro, e sopra di noi sventolare la bandiera? Così siamo ancora, come quando io ero il principino vestito alla marinara e le mie sorelle erano pettinate con le trecce, così siamo ancora, come stretti in gruppo, l’uno all’altro, anche se mio padre e Mafalda non ci sono più….Nostra madre… Povera donna che a Cannes, essendoci noi affettuosamente raccolti intorno a lei, di una cosa si doleva, di non avere le braccia abbastanza grandi quanto il cuore per poterci abbracciare tutti insieme. Ed abbracciava, aprendole più che poteva,  anche gli assenti.

“Mio padre e mia madre …. avevano superato nei loro rapporti sentimentali, ogni manifestazione esteriore. bastava loro uno sguardo per intendersi: attraverso gli occhi si leggevano nell’anima. Si sono amati come credo che pochi al mondo si siano mai potuti amare.

 

Periodi estrapolati dall’intervista rilasciata a Giovanni Mosca nel 1950.

Intervista ripresa su libro divulgativo dell’ UMI Torino 1955