Il dramma dell’8 settembre
- La responsabilità della guerra.
- Una frase di Vittorio Emanuele III a Napoli prima di partire per l’esilio
La necessità di riprendere i colloqui sul tema politico mi obbliga ad una domanda :
“Il conte Sforza, al Consiglio dei Ministri in Salerno, mentre il maresciallo Badoglio s’accingeva a trattare gli argomenti all’ordine del giorno si è alzato per accusare Vostra Altezza Reale di aver chiamato il popolo italiano responsabile della guerra. E’ vero?”
Tende la mano verso la finestra ed aggiunge seccamente:
“Se qualcuno osasse venir qui a dirmi che ho chiamato il popolo italiano responsabile della guerra lo scaraventerei fuori di quella finestra!
Consapevole delle responsabilità che, con la già annunciata nomina a Luogotenente Generale del Regno, è ancora maggiore aggiunge:
“Io ho una concezione tale della democrazia, che l’ultimo mio pensiero potrebbe essere quello di offendere il popolo, per il quale e nel nome del quale una Monarchia veramente democratica deve agire!
Io ho detto soltanto che era ingiusto dare responsabilità della guerra alla monarchia. Se un inganno da qualcuno fu compiuto, oltre che al popolo esso venne fatto alla monarchia stessa che, fatalmente, non essendo alle origini della guerra, si sarebbe trovata, in caso di sconfitta, a pagare più di tutti un errore non suo”.
-“Ma l’intervista venne chiesta direttamente a Vostra Altezza Reale dal corrispondente del Times?
-“No”.
– “L’articolo fu sottoposto all’esame preventivo?
– “Me ne fu inviata copia che però pervenne quando l’articolo era stato pubblicato a Londra”.
– “La copia conteneva la frase che il Conte Sforza ha riferito al Consiglio dei Ministri chiedendo una pubblica sconfessione?”
Il principe apre un cassetto, mi consegna un ritaglio di giornale.
– “Il signor Lumby ha immediatamente smentito ogni cosa sul Times!”
Il giornalista inglese dichiara che “Umberto di Savoia non ha mai chiamato il popolo italiano responsabile della guerra”.
– “Perché questa smentita non è stata pubblicata in Italia?”
L’ho chiesto all’ambasciatore inglese e ne ho avuto assicurazione.
(A distanza di molti anni non vorrei più parlare di queste cose. A costo di peccare d’ingenuità, non posso credere che il Conte Sforza… No, preferisco dare la colpa alla fatalità, agli eventi. Vidi in seguito il Conte Sforza, capì il mio dramma, o almeno lo spero, date le parole che pronunciò: Ecco perché io ho dimenticato quel periodo, ricordando la frase che a Napoli mio padre mi disse: “Se giudicherai necessario avvalerti come re anche dei miei nemici, nell’interesse del Paese non avere esitazioni!”. Questo era già il mio pensiero, e lo è sempre più, perché il male che gli altri possono dire di noi non conta. Ciò che conta è il bene che essi possono fare alla Patria). Nota di Umberto II