Italiani!
Non volevo rievocare – soprattutto per il momento grave che la nostra Patria attraversa – la triste data della mia Partenza per l’esilio, che fu determinata dalla mia volontà di evitare ogni conflitto.
Ma è così plebiscitario il vostro ricordo che mi giunge da ogni parte d’Italia e da quanti siete sparsi nel mondo, che non posso rinunciare a far pervenire a tutti, come mi richiedete, la mia voce, il mio severo richiamo, il mio fervido auspicio.
Continua purtroppo la tolleranza di vere e proprie organizzazioni armate di parte che distruggono l’autorità dello Stato, violano ogni diritto dei cittadini, ostacolano lavoro e produzione, danneggiano beni pubblici e privati e colpiscono a morte gli uomini che dedicano la loro vita alla tutela dell’ordine civile, più che mai meritevoli della profonda riconoscenza della Nazione.
Questa tolleranza, che, come ricorderete, ho tante volte denunciata, ha fatto sì che i cittadini armati, dapprima pochi, siano man mano diventati migliaia.
Ripeto qui l’esortazione a non più indugiare nel perseguire i violenti, di qualsiasi parte essi siano, non prestandovi ad inammissibili distinzioni che vorrebbero addirittura giustificarne alcuni condannandone solo altri.
Perciò devo dirvi ancora una volta le stesse parole di tanti miei messaggi: con la libertà tutto è possibile, senza libertà tutto è perduto.
E voi dovete democraticamente pretendere che venga alfine spezzata la spirale della violenza e della tolleranza di essa da parte dei governanti. Altrimenti sarà impossibile salvare la libertà.
Che Iddio vi aiuti, Italiani, nella ferma volontà di preservare la Patria da siffatta sventura.
Viva l’Italia!
Cascais, 13 giugno 1971 Umberto